giovedì, gennaio 24, 2008

Nulla da fare, sono inarrivabili

Copio pari pari dal sito di laRepubblica di oggi, nessun commento è necessario:
Trento, muore in Chiesa il parroco continua la messa
L'anziano fedele viene colto da infarto e muore sui banche della chiesa. Ma la Messa deve continuare. Accade a Trento, in una parrocchia di periferia dedicata alla Madonna Bianca, dove l'altra mattina un uomo di 86 anni, Pio Leita, si è accasciato sui banchi durante la Messa del mattino, vittima di un attacco di cuore fulminante che gli ha fatto perdere conoscenza, tra lo spavento dei presenti. Erano le 8 e 15 e subito è partita la chiamata al pronto soccorso, distante appena un paio di chilometri, ma il medico non ha potuto fare nulla per salvare la vita dell'anziano, da tempo sofferente di cuore: dopo quasi mezz'ora di tentativi disperati il rianimatore ha rimesso nella borsa gli attrezzi del mestiere e gli infermieri hanno fatto ritorno all'ambulanza, dopo aver coperto con un lenzuolo la salma dell'anziano che è rimasta ferma in mezzo alla navata. Impossibile rimuovere il corpo senza l'autorizzazione del magistrato di turno, vietato spostare l'anziano fedele - un affezionato della Messa mattutina - prima dell'arrivo dei necrofori comunali. Che fare? Il parroco Mario Peron, un sacerdote benvoluto dagli abitanti della zona, ha invitato i fedeli a prendere posto e ha ripreso la celebrazione della Messa di fronte a un pubblico incredulo. Ma la foto del morto sotto il lenzuolo, pubblicata su L'Adige, con i fedeli che gli voltano le spalle per seguire la preghiera del sacerdote ha acceso le polemiche: sono molti, anche tra i cattolici, a scandalizzarsi per la Messa celebrata con un morto nella navata. "Dovevano fermarsi" in segno di rispetto per quell'uomo. Ma lui, il parroco, si è giustificato: "Che dovevo fare? La Messa andava celebrata, non è giusto farne un caso. Solo chi non conosce il funzionamento della Messa non capisce le ragioni della mia scelta. Non potevamo fermarci, eravamo riuniti in chiesa e abbiamo pregato per lui". I familiari dell'anziano non vogliono accendere polemiche mentre un figlio, missionario in servizio in America Latina, ha scritto che il padre avrebbe approvato il proseguimento della celebrazione: "Purtroppo non posso essere presente - ha scritto - ma mio padre sarebbe stato d'accordo con la prosecuzione della Messa". Questa mattina invece, ore 10, proprio in quella chiesa sarà celebrata un'altra Messa, quella funebre, durante la quale forse il parroco darà nuove spiegazioni. Chi è entrato nella chiesa l'altra mattina ha descritto una situazione irreale, con i fedeli che hanno seguito l'invito del parroco senza capire bene la situazione. Altri fedeli sono entrati nell'edificio religioso quando la messa era ormai quasi conclusa e non hanno capito che lì, sotto quel lenzuolo bianco, c'era il corpo senza vita di Pio Leita.

mercoledì, gennaio 16, 2008

Genio® su Genio® (per 3,14)

Guardate questo video: geniale, no?
Ora guardate questo: geniale anche questo, no? Ma completamente diverso.
Analizziamo.
Ollio aveva una vocetta da tenore, mentre Sordi ce l'ha trasmesso con la sua bellissima voce da basso (e delle trovate sulla pronuncia non presenti nell'originale).
Le due canzoni non c'entrano una mazza l'una con l'altra: l'originale era carina, più o meno uno standard americano degli anni '30, ed il balletto (qui siamo nella stratosfera) era pensato per quel sottofondo; la versione italiana fu scritta apposta per il film (col titolo A zonzo), ed oltre al testo da applausi ci sta da dio con la coreografia.
Non vale la pena aggiungere nulla su Oliver & Stan, a.k.a. Stanlio & Ollio, a.k.a. El Gordo y el Flaco, a.k.a. un sacco di altre coNbinazioni di nomi.
Ne basta uno: Geni®.
Ah, dimenticavo, il film è del 1939, ma in Italia è uscito nel 1942, in piena guerra.
Sordi era nato nel 1920 (rispolverate l'aritmetica e fate due conti), ed ha doppiato Ollio per anni e anni.
Dopo 65 anni ancora ci rid(iam)o.
Chi si ricorderà di Zelig?

mercoledì, gennaio 09, 2008

E come l'anno scorso...


...comincio l'anno con un tramonto.
Eh già, perché come tutti sanno il tramonto è simbolo del giorno che finisce, della vita che va verso il suo naturale epilogo, della carriera che si conclude, delle foglie che cadono, dell'autunno, delle morte stagioni, della presente e viva (la phya®) e il suon di lei (il suono è della stagione presente e viva (la phya®) [sì, lo so, non riesco a scindere questo connubyo], non della phya® (viva) che, per quanto ne so, non ha suoni particolari, a meno che uno non soffra (o goda) di sinestesia, nel qual caso questo qualcuno sinestesse a casa sua ad odorare i suoi LP dei Bros, che qua non abbiamo teNpo da perdere).
Insomma, chiudendo questa lunga parentesi rosa tra il suon e di lei, riassumo dicendo che il tramonto mette di fronte all'evidenza che il giorno finisce, e la notte insegue seNpre il giorno, ed il giorno verrà (op.cit.).
E comincerà per forza con un'alba.
Ma non avevo voglia di fotografare l'alba quindi accontentatevi.