mercoledì, aprile 16, 2008

Social events

Oggi, dopo una dura giornata di riunioni su tematiche tecniche, come è d'uso in alcuni contesti internazionali c'è stato quello che chiamano un social event. Nello specifico, un nano giapponese e il suo fido assistente sono venuti a fare una dimostrazione di Tai Chi e altre tecniche di rilassamento (non conteNplando quelle che si avvalgono del cavo orale).
Ed ecco quindi, vivaddio (ma abbasso A san calogero) allegri ma felici 15 esperti di robe iNpronunciabili togliersi le scarpe - alcuni le calze - e cimentarsi nella ricerca della verticalità, del flusso d'energia, dell'equilibrio delle cose e delle rotondità della collega davanti.
Il nano era fantastico, e ogni frase in francese maccheronico (tradotto alla meglio in inglese dal suo assistente) finiva con un secco hayyy alla bruslì, soprattutto quando ti era alle spalle e ti metteva paura. Salvo poi accorgerti che era il nano.
Personalmente, a parte la sessione di canto in giapponese (in cui modificavo leggermente le sillabe per evocare la parola magica mamm't). la parte che ho trovato più interessante è stata la spiegazione del concetto di corpo come vettore di energia, che viene dal cielo e viene trasmessa alla terra, in un continuum che ci rappaci-fica (crp) con il tutto.
Quindi, con perizia e sicumera, eccoci tosto a cercare di concentrarci sul punto di ingresso (il cranio) e di uscita (i piedi) per consentire un passaggio fluido del principio vitale.
Poco importa se, nell'iNpeto della ricerca, un po' di energia di una collega finlandese 60enne ha trovato una via d'uscita altrettanto consona prima di arrivare al suolo, ed il continuum di cui sopra è stato solcato da un finnico, ma assertivo, proooooooot.
La vichinga, arrossendo, si è giustificata con un "I'm sorry, there's too much power in me".
Io, inspiegabilmente, sono stato preso da istantanee convulsioni e mi sono esibito in sbroffi di risa inarrestabili per tutto il resto dell'incontro. Il nano, pensando me la stessi spassando con le sue spiegazioni, mi sorrideva soddisfatto.
Non vedo l'ora di andare al prossimo "Social Event".

giovedì, aprile 03, 2008

When you're down, and troubled...


Facciamo una prova, ok?
Prendiamo un teatro grande a piacere, mettiamoci delle luci soffuse, una scenografia essenziale, un paio di chitarre sui treppiedi, un piano a coda con un omino che lo suona e uno sgabello con un microfono davanti.
Sullo sgabello mettiamoci James Taylor.
Teniamoli così per un paio d'ore, tra comiche presentazioni delle canzoni, battute, minchiate varie, tecnica chitarristica veramente notevole (anche su una Telecaster!) e una voce che se ce l'avessi io canterei proprio come a James Taylor®.
Funziona, fidatevi.
Era la terza volta che lo vedevo e devo dire che oltre ad essere un grandissimissimo è anche un vero minchione®, capace di non prendersi sul serio come troppi della sua fama non sanno fare. Già dovrebbe bastare First me, second me, ma giusto per ribadire il concetto dico che solo uno così può ri-cantare You've got a friend con una sequenza di immagini sullo sfondo diversa da quella giusta: una parata militare russa con gigantografie di Lenin e Stalin che saluta i soldati e i carrarmati. L'effetto era ovviamente iNperdibile. Tra l'altro, in cvlo® ai teNnicismi, per tutto lo show immagini e filmati li faceva partire lui stesso con un pedale collegato a un mac (sì, lo so, danielino...).
A proposito di amicizia, You've got a friend l'ha scritta Carole King e gliel'ha regalata, facendogliela registrare prima di registrarla lei stessa. Un po' come se John Lennon avesse regalato Woman a Zucchero (che comunque ha trovato il modo di registrarla lo stesso). Di questa canzone (You've got a friend, non Woman) James ha detto Quando l'ho sentita per la prima volta, suonata da lei nel camerino (non quello con le tazze di ceramica...) ho pensato che era la più bella canzone pop che avevo mai sentito. Non sapevo che l'avrei suonata per tutte le sere della mia vita.
Minghia, evvéro.
Poi, finito il concerto, è rimasto almeno 10 minuti a stringere mani, firmare biglietti e salutare il suo gent.mo pubblico. Dopo 40 anni di onorata carriera potrebbe tranquillamente mandare tuttincvlo®. Invece no.
Andatelo a vedere, dovunque sia, e per qualunque prezzo.
Ma, se devo essere sincero, la cosa che mi rimarrà più iNpressa è l'annuncio del teatro prima dell'inizio: in tre lingue una voce suadente ha raccomandato di spegnere il cellulare, non fare foto e, per favore, non tossire (?!?!).