Geni, pt. VII: Scott Adams
A mio modestissimo parere, quest'uomo è veramente un GENIO® assolvto.
E non lo dico solo perché ormai da anni ricevo quotidianamente la sua vignetta gratuita, nè perché ho letto buona parte dei suoi libri, nè perché ricevo mensilmente la sua Dilbert newsletter, la cui sezione "True tales of Induhviduals", con racconti di fvlgidi eseNpi di idiozia inviati dagli stessi lettori, vale da sola il prezzo del biglietto (peraltro gratuito). Non lo ritengo GENIO® neanche perché dopo aver lavorato anni in una tipica grande azienda, prima di sfancvlarla e mettersi a fare il fvmettista, ne conosce a fondo i meccanismi, i personaggi tipici con i loro tic, le loro follie, i loro paradossi ed i loro disperati tentativi di non farsi stritolare da un ingranaggio degno di TeNpi Moderni, ed è in grado di rappresentarli nello spazio di 3-4 vignette, con un tratto seNplice ma essenziale e battute rapide e memorabili. Guadagnando infinitamente di più, tra l'altro. Per certi versi mi ricorda il mio coNpaesano Luciano De Crescenzo, altro personaggino con notevoli tratti di genialità, che dopo aver raggiunto vette assolvte con Arbore, come FF.SS. - Federico Fellini Sud Story, Quelli della Notte etc, e senza, come La storia della filosofia greca tradotta nelle lingue più iNpensate, in parte si è commercializzato e in parte, ahilui, s'è rincoglionito.
E non c'entra niente con il mio giudizio nemmeno la sua appartenenza al Mensa, se non altro perché non è che tu sia genio perché appartieni al Mensa, ma (con una sfilza pressoché infinita di se, ma, forse, per quanto, d'altr'ond'e, qvantvnqve, sebbene, dopotutto, in fondo, adesso che ci penZo...) in qualche caso è vero il contrario.
Lo considero GENIO® semplicemente perché così mi va.