mercoledì, settembre 26, 2007

Silent scream (op.cit.)

Qualche giorno fa si è spento Marcel Marceau, all'anagrafe Marcel Mangel (il nome d'arte è in onore di Sophie). Le sue ultime parole, in un supremo sforzo finale, sono state: "...!".
Nel corso della sua ultrasessantennale carriera di genio rivoluzionario (Cosa sarebbe stato il mondo senza di lui? La risposta non può che essere "...!"), l'unica battuta che ha pronunciato è stata un "NO!" urlato al telefono nel film muto L'ultima follia di Mel Brooks (titolo originale Silent Movie). Il film è una figata, con chicche come la scena in cui viene mostrata una foto della donna più sexy del mondo a un gruppo di uomini intorno ad un tavolo ed il tavolo si solleva misteriosamente, e quella dell'inseguimento di Paul Newman con le sedie a rotelle. Ma non divaghiamo, si parlava di Mel Brooks, che come Marceau è di origine ebrea.
Proprio Mel Brooks, come tutti sanno, è stato l'adorato marito di Anne Bancroft (all'anagrafe Anna Maria Italiano...un'altra paisana), morta non molto teNpo fa e nota al mondo come la senZuala Mrs. Robinson del Laureato, immortalata dal GENIO® di Paul Simon nell'omonima canzone (omonima di Mrs. Robinson, non di Paul Simon nè di Art Garfunkel). Tra l'altro anche Paul Simon è ebreo, ed ho appena letto la sua biografia, visto che lo considero uno dei più grandi songwriters del '900, insieme a Toto Cutugno e pochi altri. Non tutti sanno che è stato marito di Carrie Fisher (Simon, non Toto), la principessa Leia di Star Wars, poi hanno divorziato e lui ha sposato Edie Brickell, che a fine anni '80 cantava What I am is what I am, are you what you are or what?.
Ma tornando a Mrs. Robinson, una cosa curiosa è che il verso Where have you gone Joe Di Maggio? Our nation turns his lonely eyes to you, hu hu hu fece all'epoca molto arrabbiare Joltin' Joe (forse per l'hu hu hu, chissà), tanto che Simon, che era un suo fan, lo beccò per caso in un ristorante ed andò con le orecchie basse a spiegargli di persona che non intendeva offenderlo, tutt'altro. D'altra parte Di Maggio non solo era di origine italiana, ma era anche un convinto utilizzatore del metodo Dynamic Tension®, inventato da Charles Atlas (all'anagrafe Angelino Siciliano, un altro paisano). Curiosamente, sia una frase di Atlas (a weakling, weighing 98 pounds..., op.cit.) che la sua tensione dinamica® sono citati in I can make you a man del Rocky Horror Picture Show, nel quale recitano una giovanissima & arrapantissima Susan Sarandon ED (non a caso...) un altrettanto giovane & grassissimo Meat Loaf. Tra l'altro Meat Loaf vuol dire più o meno Polpettone, che è uno dei miei cibi preferiti, specialmente come lo fa Mammà. Ma non divaghiamo, si diceva che Meat Loaf ha raggiunto un successo planetario cantando canzoni di Jim Steinmann, grandissimo coNpositore che ha scritto tanto anche per Bonnie Tyler. La quale però ha anche reso famose delle canzoni di altri autori, in particolare Have you ever seen the rain, originariamente eseguita dai Creedence Clearwater Revival, grande gruppo degli anni '60-'70. Però la loro canzone che preferisco è Lodi, soprattutto nella versione acustica live dei Tesla nel disco Five men acoustical jam. A proposito, i Tesla prendono il nome da Nikola Tesla, che si dice abbia inventato la corrente, che è pericolosa, ma non per noi ingegneri (op.cit.), prima di Edison. Ma ormai la storia non si può più caNbiare, è come se si scopre che un certo Cennare Sposito ha inventato il telegrafo prima di Marconi. Se anche fosse vero, secondo voi suona meglio "spositista" o "marconista"? Ve l'immaginate come diventerebbe Titanic di De Gregori? Secondo me è meglio che resti così, per quanto la mia canzone preferita di De Gregori sia Buffalo Bill, in particolare la parte del pomeriggio triste in cui il protagonista, sul ciglio di una strada, conteNpla l'america insieme con il suo amico Culo di Gomma, famoso meccanico (op.cit.). Mi sono sempre chiesto cosa volesse dire, e mi ricordo che durante un lungo viaggio in auto con degli amici dibattemmo possibili alternative al testo, tra famosi culi, amici di gomma, meccanici culi e via discorrendo. Risate a profusione, allegria, spensieratezza ed in qualche anfratto della mente sempre latente la domanda ragazzi, come stiamo bene tra di noi, ma perché non siamo nati tutti finocchi? (op.cit.).
Tutto sommato però sono contento che finocchi ci siate voi, amici lettori.
Ma tutto questo per dire cosa?
Semplice: che è possibile scrivere un post per il blog stando seduti fisicamente in una riunione, battendo sulla tastiera come per prendere appunti ed esprimendo con il volto ed il body language® grande interesse, notevole eNpatia e sincera partecipazione alla discussione.
Proprio come ha insegnato Marcel Marceau.

mercoledì, settembre 19, 2007

And the wind cries Jimi...


In data odierna (di ieri) correva il 37mo anniversario della morte di uno dei più grandi cosi della chitarra. Aggiungete voi un termine che vi piace.
Se fosse ancora vivo avrebbe 64 anni, in quanto fa parte del cosiddetto Club dei 27, insieme ad altri divi morti a quell'età: Jim Morrison, Janis Joplin e, chissà, qualcuno tra i più giovani di voi.
Probabilmente oggi sarebbe rincoglionito, calvo e con una spropositata pancia utile come reggichitarra. Ma credo che dal 1970 ad oggi avrebbe regalato ancora molto alla musica mondiale.
Scriverei di lui per delle ore, ma puLtroppo ho da fare.
Excuse me, while I kiss the sky (op.cit.)