venerdì, dicembre 15, 2006

Geni, pt. II: Les Luthiers


Uno dei motivi per cui vale la pena di iNparare lo spagnolo è per apprezzare questa banda di GENI argentini.
La prima volta che ho visto, per caso, una loro foto ho pensato a un gruppo di vecchiacci iNbolsiti e inamidati.
Poi l'ho guardata meglio, e vi invito a fare altrettanto:
Vedete la chitarra fatta con le latte di tonno?
E la cetra fatta con la tavoletta del cesso?
E lo strumento a fiato fatto artigianalmente, come gli altri, con chissà che cosa?
Ecco, questi sono alcuni degli "instrumentos informales" dei Les Luthiers.
Sentiste come li suonano.
Anzi sentiteli.
Ascoltando i dischi, sia in studio che dal vivo, spesso non si direbbe che stanno suonando una mazza di scopa, una bicicletta o Vs. sorella. Si sentono solo dei polistrumentisti con i contro...fagotti che suonano di tutto, cantano da dio, e soprattutto dicono delle tali minchiate tra giochi di parole, nonsense, ironia, doppi sensi, anzi un'intera viabilità parallela, da dipingere spesso lo stupore sul mio volto stupefatto (op.cit.).
Solo loro, insieme agli Squallor e a Tony Tammaro, hanno l'onore di farmi rischiare ogni tanto l'incidente in auto (in moto ho già dato abbastanza) per sbroffi iNprovvisi di risate mentre vado in ufficio al mattino nel grigiume loNbardo.
La prima cosa loro che ho sentito è una serenata che un re, dotato di poco talento musicale, "detta" al suo bardo di corte affinchè la canti in teNpo reale alla sua amata. Ovviamente il bardo non può permettersi di dare del tu e dichiarare il suo amore alla donna del re, quindi è costretto a girare le frasi in modo da darle del lei e parlare in terza persona. Viene fuori di tutto.
Fu così che mi innamoraj di loro.
E poi della canzone nostalgica stile andino dell'emigrante che parla del paesino a cui "se potessi tornare...non lo farei neanche da ubriaco"; del triste tango che parla di una lei che è andata via, con il ritornello "¿por qué te fuiste...mamá, con este gil antipático?"; del canto della bella e graziosa donzella che va a lavare i panni nel ruscello ma fa degli strani incontri; dei due amici messicani che si incontrano sotto un balcone e piano piano scoprono che stanno cantando una serenata alla stessa donna; del jingle televisivo dell'antitarme che viene via via cambiato in seguito alle proteste di un animalista fino a diventare un ricostituente ai gusti lana/cotone/polyester per gli insetti mangiatessuti; del bolero "Perdónala"; de "Los niños cantores del Tirol" (andate a vederli...prima che crescano!) etc etc etc.
Potrei starci delle giornate...
In rete si trovano un po' di video di spettacoli teatrali, che meritano anche solo per le musiche e per la loro mimica, nel caso non capiate una segona nulla di quello che dicono.
Uno comincia con una introduzione stile jingle pubblicitario, con una musica stile Giggirizzi e la voce suadente che dice:
"Lei...Lei...per cui il successo è solo un'altra abitudine
Lei...che trionfa con la stessa naturalezza negli affari e negli sport più esclusivi
Lei...che è abituato che gli uomini la rispettino e le donne laaaaaa...aaaaammirino...
Lei...mi potrebbe dire come fa?"
Hanno cominciato nel 1967, e infatti l'anno che viene celebreranno in tour il quarantennale.
Ho visto che suoneranno anche a Madrid. Quasi quasi...
Dimenticavo, si sono conosciuti a Buenos Aires nel coro della Facoltà di Ingegneria.
C'è ancora qualche speranza.

1 Comments:

Blogger sanTrine said...

Sappiasi che Ronson è l'unico ed inimitabile creatore del TroNbuto, cioè di uno "strumento informale" consistente in un iNbuto che suona magicamente come una troNba.
Se vi capita d'estate di passare dal Tinello di Marina di Campo all'Elba non ve lo perdevatelo!

1/09/2007 1:07 AM  

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